MONTEIASI                           Una pagina di storia cittadina di mezzo secolo fà


EIASLe gesta di don Bruno Falloni, indimenticato parroco del paese

Foto ricordo corteo funebre don. Bruno Falloni, una delle foto della storica casa fotografica di Giusy Piergianni

di Cosìmo Prete

            MONTEIASI - L'anno 1953 nella parrocchia San Giovanni Battista venne a mancare la guida di un pastore di anime. Momento critico per la Diocesi jonica dopo la partenza del sacerdote don Marinò , parroco dal 1938 al 1951. Venne nominato parroco in sua vece,  il giovanissimo presbitero don Lorenzo De Martino nato ad Alessandria.  Breve fu il suo apostolato.

L'arcivescovo   mons. Bernardi comprese la delicata situazione della parrocchia divisa da varie espressioni che animavano il clima religioso della  Monteiasi di quel tempo e ottenne obbedienza dal sacerdote don Falloni, al momento parroco della cittadina di Torricella. 

Bruno Falloni,  nato a Concordia (Mo) , cappellano militare fra gli alpini della divisione Julia, (i marò del Battaglione Lupo) e prigioniero nel campo spinato di " S. Andrea" vicino al territorio di Monteiasi. Un prete soldato molto provato dalle vicissitudini della guerra combattuta e non voluta ,  sempre vicino ai sofferenti  privi di amore e tolleranza.

Nel 1953 - per i motivi anzi citati - parroco a Monteiasi. 

Non gli si chiedeva di stare in cortina, tutt'altro, però sapeva a cosa andava incontro:  linea di fuoco.  L'arroganza, battesimo sociale duro,  politico e grezzo.    Notizie messe in giro artatamente da chi era lontano dal credo cristiano, facevano passare il suo predecessore come un prete soggiaciuto alla sobillazione dell'intero paese alla causa estremista e anticlericale. Tutto questo avrebbe  trovato don Bruno a Monteiasi, roccaforte del comunismo  dell'epoca. 

Don Guglielmo Motolese, che già sostituiva l'opera di mons. Bernardi  minato nella salute estremamente vacillante, fu chiaro: nascondere rischi e pericoli non sarebbe servito che a sconvolgere l'opera restauratrice per alcuni,  rivoluzionaria per altri, del coraggioso cappellano e prete emiliano. Don| Bruno non arretrò di un passo ed esclamò: sia fatta la volontà divina e che protegga l'umile servo nell'espletamento del suo ministero. La Chiesa di Cristo non si discute ne si rinuncia, per essa si vive e si muore. 

Giunto a Monteiasi osservò che le porte della Chiesa e della sua nuova canonica erano sbarrate con catenacci e materiale vario. Prese un attrezzo che portava sempre con sé e cominciò l'opera di sgombero degli usci sotto lo sguardo di gente comune radunata volutamente con sguardo minaccioso, senza intervenire ma mirante alla provocazione per una eventuale reazione del prete energico e deciso a tutto.

Disatteso l'esito provocatorio e intimidatorio, dovuto alla grande moderazione del sacerdote, un ragazzino gli si avvicinò sogghignando e canticchiando, a mo' di cantilena, la recita del "Pater Noster".  Don Falloni con rapido gesto avvitò con il braccio l'ignaro ragazzino e con decisione lo fece inginocchiare e con il volto rivolto verso il manipolo dei denigratori gli ordinò di recitare per intero la preghiera del Signore Gesù. Volle così significare che non era il caso di scherzare con la Chiesa. Il ragazzino finito di pregare si apprestò a dare aiuto ai lavori di pulizia per accedere nei locali della canonica, prima, e della Chiesa poi. Gli astanti nello smarrimento più completo per un atteggiamento tanto deciso, si dileguarono riferendo tutto alla gente che attendeva notizie.

Questo movimento ecclesiale dette nuovo impulso a tutte le opere della parrocchia di Monteiasi. Il prete emiliano si introdusse nelle famiglie, come un buon padre, insegnando  con l'esempio  la perseveranza e la generosità. Ricompose tutte le associazioni collaterali con la partecipazione di tanti giovani allontanatisi involontariamente dalla fede in Cristo. A questo incisivo rinnovamento i parrocchiani corrisposero  con  grande amore sviscerato e rinnovata fede in Cristo Crocifisso, loro Patrono adorato e glorificato da secoli in una parrocchia risistemata sotto il profilo morale e anche economico.

Mentre il suo ministero cominciava a dare i frutti sperati, dalla Diocesi arrivò la decisione di chiamare don Falloni a reggere la parrocchia della vicina Pulsano, abbisognevole anch'essa della sua opera spirituale tanto quanto quella di Monteiasi. Questo avvenne  nell'ottobre  del 1961. Un altro evento storico si registrò allora nella nostra comunità. Un folto corteo accompagnò il prete soldato a Pulsano, ma questa volta la gente dilagò per le vie del paese sperando in una decisione della Curia di recedere dalla volontà di far distaccare da Monteiasi colui che aveva riconquistato le anime in Cristo.

Infine, il 2 febbraio 1963 il prete buono pagò l'ultima cambiale a sorella morte che lo trascinò verso la patria del suo amato Padre: Cristo Gesù.

Ancora oggi  i fedeli ricordano quel prete coraggioso e pieno di amore verso il prossimo. Esempio di cristianità trasmesso alle generazioni future bisognevoli di guida nella vita spirituale e sociale.

Tra l'eredità lasciata da don Bruno Falloni troviamo con gioia cristiana l'azione pastorale che ogni giorno sempre più va infondendo il nostro giovanissimo parroco don Cosimo Rodia, sempre aperto a promuovere il bene di tutte le fasce sociali in particolare delle nuove generazioni giovanili.

Questi sono i buoni ricordi che conserva la nostra comunità , da tramandare ai posteri come insegnamento di vita.