Dopo tre anni ....

Don Cosimo Rodia , anni 33 , nato a Taranto da mamma Grazia e papà Antonio, ordinato sacerdote a S. Giorgio Jonico il 10-09-1992 da mons. Benigno Papa dopo sei anni di seminario al Pontificio Reg. Pio XI di Molfetta, è dal 15 febbraio 98 Parroco a Monteiasi.  Sostituiva il più tranquillo, e pur amato, don Leonardo Marzia, passato alla Parrocchia di Carosino dopo la morte del fratello don Angelo Marzia.

Don Cosimo, personalità forte, animato da grande progetto di rinnovamento, sostenuto da viva energia spirituale, ed anche fisica, ha saputo coinvolgere sin dai primi giorni tutta la comunità cristiana, rivitalizando soprattutto quella giovanile.

Tre anni di intensa attività, ancor più arricchite dalle numerose iniziative dell'anno giubilare, hanno ricreato una atmosfera di gioiosa partecipazione, nella quale i momenti della preghiera si sono ben amalgamati con quelli del sano divertimento. A tutto ciò il movimento giovanile della Parrocchia S. G. Battista ha anche dato colore.

Monteiasi.it ha voluto intervistarlo e, seppur con malcelato fastidio per queste cose dal sapore "mondano",

  non si è negato: 

D) Il tuo arrivo movimentò la comunità dei fedeli.Un misto di curiosità e fascino per il prete giovane, portò per molte settimane i fedeli, e le donne in particolare, a frequentare più spesso la Casa del Signore.Come ricordi quei primi mesi: eri consapevole di essere al centro dei commenti paesani? La sicurezza che ostentavi era naturale o è servita per meglio "difenderti"?

R- E' naturale che la novità porti alla curiosità! Ma è pur vero che il gran movimento iniziale non mi ha illuso, consapevole che dopo lo straordinario dell'inizio si rientra nell'ordinario che è quello autentico, sincero e concreto. Chi continua oggi a frequentare e a lavorare nella "Casa del Signore" è colui che ha manifestato autenticità di impegno non per la persona del Parroco nuovo, ma per la "sua" Parrocchia.

D) Come è nata la vocazione a farti prete? E' stato un percorso facile?

R- Sin da bambino accarezzavo l'idea di diventare sacerdote -vedi i giochi che facevo- ma con l'arrivo dell'adolescenza l'idea si era sopita. All'età di 17 anni il mio cammino si incrocia con quello che diventerà il mio padre spirituale, il Parroco della Chiesa madre di S. Giorgio J., don Pierino Galeone, col quale inizia un cammino di fede e di discernimento comvocazionale basato sulla Parola di Dio, sui Sacramenti e sulla preghiera personale e unitaria.

Dopo la maturità classica la decisione definitiva di entrare in Seminario a Molfetta-BA- col permesso dell'allora Arcivescovo Mons. Guglielmo Motolese. Una scelta non facile dal punto di vista famigliare, soprattutto perchè figlio unico, ma che poi, col passare del tempo, è stata accettata dai miei genitori, vedendo il mio entusiasmo e la mia soddisfazione.

D) Se chiediamo ad un operaio, un impiegato o militare, come è il suo mestiere, se gli piace, se lo soddisfa, ci risponderà Si ma....  Ti piace essere prete? Dopo il Si racconta i ma....

R- Il sacerdozio non è una professione ma è una chiamata specialissima di Dio a un uomo, preso di mezzo agli altri uomini e costituito per il bene degli uomini. Certamente ci sono i "ma", cioè gli ostacoli, le difficoltà umane, sociali, psicologiche, spirituali, ma il candidato al sacerdozio deve essere consapevole di essere depositario di onori ma anche e soprattutto di "oneri".

D) Che tipo di Chiesa hai trovato? Intesa come spirituale, finanziaria, strutturale... e se a riguardo ci sono stati cambiamenti.

R- La Parrocchia va concepita anzitutto nella dimensione spirituale: ho trovato una comunità che ha conservato una fede di tipo tradizionale che ora ha bisogno di forti spinte missionarie, di testimonianza rivolta a tutti, soprattutto ai più lontani. Si avverte la necessità di un laicato preparato e responsabilizzato.

Per ciò che riguarda l'edificio sacro e le sue pertinenze, si è proceduto in questi primi tre anni al rinnovo dell'impianto elettrico e illuminante, secondo la legge 46/90 della Chiesa; al rinnovo dell'impianto microfonico, rafforzamento e manutenzione della cella campanaria, con l'installazione di una nuova campana di 2,5 quintali per ricordare l'Anno Santo,  la Croce nuova sul Campanile, il restauro della statua lignea seicentesca del SS. Crocifisso, pulizia della sagrestia e del salone parrocchiale e delle opere catechistiche con relativo acquisto di nuove suppellettili, restauro della casa canonica di via Lotta e acquisto del mobilio della stessa. In ultimo il restauro dei simboli dei Misteri del Venerdì Santo.

D) Qualche anno fà si parlava di una nuova Chiesa come imminente. Si benedisse anche il suolo ove sarebbe sorta. Resta ancora nei progetti? Quali problemi?

R- Si parla di una nuova Chiesa da oltre 10 anni; riconfermata la necessità e la volontà nella visita pastorale compiuta da Mons. Benigno Luigi Papa nel 1994.   Ad oggi, dopo alterne vicende, il suolo individuato per la costruzione della nuova Chiesa non è stato donato per motivi burocratici che, spero quanto prima siano risolti dalle competenti autorità e  si vada così a realizzare il progetto di un luogo di culto più capiente di quello che ora abbiamo.

D) E' innegabile che il 2000 del Giubileo è stato l'anno più ricco di iniziative. Monteiasi inoltre lo ha vissuto con qualche appuntamento in più: vedi il ritorno del SS. Crocifisso restaurato, l'ordinazione sacerdotale di don Emiliano  Galeone, ecc...

Non pensi per l'anno in corso un periodo a confronto, troppo calmo; di quelli che possono raffreddare un pò la partecipazione?

 

R- E' innegabile che la vita della  chiesa non può essere straordinaria. La straordinarietà e il dinamismo dovute alle iniziative giubilare avranno la loro verità e autenticità nel viverli nella vita ordinaria. E in questo senso c'è molto da lavorare!

 

D) Spesso uno dei più frequenti modi per sparlare della Chiesa e dei preti in particolare, è la questione ricchezza: le messe, i contributi, ecc... E' vero oro quello che luccica?

 

R- L'attività finanziaria della nostra Parrocchia è di fronte a tutti col bilancio annuale pubblicato. Per questo ho voluto togliere le cosiddette "tariffe", cercando di educare il popolo al senso della corresponsabilità economica, consapevoli che la Chiesa non vive di "aria" ma ha le sue necessità concrete: luce, acqua, telefono, manutenzione ordinaria e straordinaria dei fabbricati, tasse, ecc...

 

D) Tre anni tra la gente, tra fedeli, e soprattutto nel confessionale, ti hanno fatto conoscere vizi e virtù di essi.

Raccontaci i peccati (non i peccatori) e se ci sono,  le virtù.

 

R- Sostanzialmente è, quello di Monteiasi, un popolo buono e generoso, ancora legato ai veri valori umani ed evangelici, anche se anch'esso comincia a sentire i colpi della mentalità mo- pagana. I peccati, i difetti, i vizi oggettivi dei singoli li può giudicare solo Dio! Quello che urge mettere in rilievo è la mentalità divisionista che frantuma le energie per la promozione della nostra comunità. Urge una cultura della comunione e della solidarietà.

 

D) Progetti futuri?

 

R- Il futuro è nelle mani di Dio. Per chi vive nella fede si riconosce necessariamente strumento nelle mani di Dio che ....la sua volontà, il suo progetto.

Spero anzitutto di realizzare una Parrocchia di anime caratterizzata dalla volontà comune di vivere coerentemente l'insegnamento di Cristo, formando così una vera famiglia dove ognuno trovi il suo ruolo, la sua vocazione. Poi secondo modi e tempi determinati dalle risorse disponibili si sta pensando alla realizzazione di valide opere parrocchiali dotate di tutte quelle strutture necessarie per poter svolgere una vera attività pastorale all'altezza della domanda del mondo di oggi, facendo della Parrocchia un luogo di umanità e spiritualità allo stesso tempo.