Nacque circa due secoli fa da una famiglia che sicuramente l'ha saputo scolpire nell'alma e il cuor, che di generazione in generazione ha sempre curato per pia devozione la realizzazione della festa in suo onore. Culto e tradizioni anno dopo anno.
E' la
festa più bella,calda e colorata. Più bella perchè riesce a richiamare tutte
quelle persone sopratutto le più povere, quelle che si avvicinano al termine con
il quale lui veniva definito dai primi vangeli. "Tèktòn", una parola greca, che
indicava tutte quelle persone che praticavano un mestiere umile come quello del
falegname,del carpentiere. Calda e colorata sempre dalle fiamme dell' ardente "focra".
E' la prima festa delle feste per il nostro paese. La festa in onore del patrono
dei padri di famiglia e della chiesa universale, San Giuseppe. Una festa che
vive ancora oggi di quei gesti che sin dai primi anni si compivano fino al
giorno del 19 marzo. Infatti ancora oggi, il comitato apre il programma dei
festeggiamenti con la raccolta dell'olio nelle case dei cittadini,che una volta
sostituiva l'offerta in denaro di oggi, sperando di tramandare comunque queste
vive tradizioni alle nuove generazioni che verranno.
Il programma religioso invece come sempre ha previsto la novena predicata per
tre giorni ciascuno da Don alessandro argentiero, don Giovanni Chiloiro e Padre
Tonino Nisi che ha curato il panegirico della Santa Messa solenne nel giorno
della festa.
Durante la novena, per le vie del paese la raccolta della legna con i trattori
di tutti i volontari presenti fino ad arrivare alla vigilia con il grande falò
in P.zza Giovanni XXIII come da anni avviene.
Dopo la Santa Messa della vigilia, una che i fedeli hanno raggiunto la piazza
con una fiaccolata, con i fuochi pirotecnici dall'interno, e con le fiaccole
simboliche del vice-sindaco e del parroco, si è dato il via alle fiamme della
sempre bella "focra". Nel piazzale,sempre presente ovviamente il gruppo anonimo
'74 con la rassegna "Falò e colori" che cura come sempre il concorso a premi dei
disegni di tutti i bimbi presenti.
Con una giornata quasi primaverile, per le vie del
paese,il rinomato concerto bandistico di Montemesola ha annunciato il giorno
della festa che ha visto le S.Messe programmate per le ore 7,9 e 10.30 celebrata
dal nostro Don Luciano Matichecchia prima della processione con il simulacro per
le vie del paese. Ventuno le "mattre" allestite quest'anno davanti alle case
delle famiglie devote a San Giuseppe,che vorrei commentare alla fine di questo
articolo con un piccolo commento
personale.
Bella e "musicata" come sempre quella dell'Istituto comprensivo,che con la
canzone "Non
basta un sorriso" di Povia e le parole del dirigente scolastico
Guglielmo Matichecchia, ha voluto augurare una buona festa a tutti i papà e
tutti coloro che portano il nome di Giuseppe.
Nel cielo di Montemarino, con uno spettacolo a ciel sereno fortunamente, tra
scoppi e colori dei fuochi pirotecnici come sempre curati dalla premiata ditta
B.Bruscella di Modugno, si è chiusa la prima festa nel nostro paese,che ha visto
una grandissima partecipazione di tutti i nostri concittadini e di tantissimi
forestieri arrivati per le nostre tradizioni.
Infine come sovrascritto,permettetemi di fare un piccolo appello.
Facciamo in modo,tramite la parrocchia, il comitato, l'auser che ha curato
l'arrivo di molti forestieri in paese per la festa, che le nostre tradizioni
vengano scoperte anche per i loro scopi. Le "mattre" nascono per dare un tozzo
di pane a chi non può permetterselo. Sono nate per tutti quelli che nel giorno
di San Giuseppe arrivano a Monteiasi, per elemosinare, per tutti quei mendicanti
e quei poveri che non avevano da mangiare. Ora è evidente che questo senso è
stato perso. Ridiamo significato a questo gesto curato dalle famiglie che si
prodigano per la realizzazione. E' un obrobrio vedere chi magari una pensione o
uno stipendio può goderselo, portare nelle case piatti e piatti di pasta,frutti
di mare, dolci ecc come se non può permetterselo e magari possiede
case,macchine, i phone ecc. Prendiamo spunto dalle tavolate dei bimbi della
scuola, o di quelle famiglie all'angolo di via Paisiello che impacchettano per
consegnare il tutto alla Caritas parrocchiale.
Ridiamo un senso alle mattre. (Gianluca F.)
Processione Falo'